è il terzo album di Fabrizio Frabetti.
01 - Il motore è un frullatore
02 - Luci nella notte
03 - L'uomo del fiume
04 - Notte di Natale
05 - Vado al mare
06 - Pioggia in centro
Durata totale: 20' 00''
Fabrizio Frabetti: testi, musiche, arrangiamenti, produzione artistica ed esecutiva; voci, chitarre, bassi, tastiere.
Beatrice Fontana, Cliccalinca.it: grafica di copertina, sito internet.
Patrizia Caravaggio: foto di Fabrizio sulla copertina interna.
L'idea di produrre Intervallo è nata per caso. Volevo trovare una nuova veste per una canzone che avevo già pubblicato, Luci nella notte, un brano molto significativo per la mia storia, denso di un'atmosfera che tengo a raccontare con le mie canzoni. Credevo che avrei intrapreso un piccolo percorso che sarebbe rimasto tra me e me, invece ha preso il via un laboratorio di ricerca musicale, di espressione, di riscrittura e di rifinitura, ed infine di produzione, che ha riguardato altre cinque mie canzoni, inedite.
In tutto sono sei brani, scelti tra composizioni di vari periodi della mia vita. Uno di questi brani è stato scritto nel 2019, quindi tra i più recenti.
Credo molto in tutte queste canzoni e le sento molto mie. Parlano di me e dei miei affetti nel modo più sincero di cui sono stato capace. Ho cercato di trattarli seguendo un mio ideale di bellezza, perchè la bellezza è un piano condiviso ed un linguaggio che ci permette di stabilire una comunicazione sulla base del piacere. La bellezza è il filtro magico attraverso il quale un racconto personale può parlare di uno stato umano, anzichè di un singolo essere umano. Questo è sempre stato il mio approccio, più o meno riuscito, in tutte le mie esperienze musicali. In questo album ne sono stato più consapevole ed ho mischiato un'altra volta le mie carte.
Ho svolto da solo la produzione, mi è costata molto sacrificio e molta gioia. La produzione determina il suono del disco, il come si vuole che un'opera arrivi a chi ne fruisce. E' tutto quello che succede tra la scrittura della canzone e la sua pubblicazione, la messa in bella, che comporta di fare tante scelte tra tante possibilità. Per affrontare questa fase ho preso dei riferimenti per me importantissimi, i dischi che mi hanno fatto piangere e ridere e crescere, i miei maestri. Ho lavorato duro per studiare cosa mi colpisca negli album che amo, e cercare la mia maniera personale partendo da quelle vie. Le risposte che mi sono dato parlano di sincerità, di verità, di trasmissione di emozioni. Una comunicazione semplice e nuda, con ben pochi effetti speciali. Un obiettivo che però non è sempice da raggiungere.
In questo particolare caso ho suonato io tutti gli strumenti e deciso i suoni, quindi un po' di impegno c'è voluto.
Il mio modo di comunicare a volte cozza con la comunicazione che sarebbe necessaria a un prodotto di mercato e cozza con i buoni consigli di chi al mercato sa rivolgersi. Ho seguito comunque la mia rotta, svolgendo un lavoro scrupoloso e maniacale su quello che ho ritenuto importante e necessario, mentre non ho voluto curare minimamente aspetti che non fossero funzionali all'idea che avevo dell'opera.
Così, questo disco è esattamente quello che volevo che fosse. Può piacere più o meno, ma io non posso pentirmene. Si chiama Intervallo perchè è stato così prorompente e necessario da interrompere un altro album già parzialmente registrato, altro lavoro a cui dò molta importanza, ma... questo era urgente, insomma, andava attuato subito.
A volte vorrei spiegarle, ma il più delle volte no... Delle canzoni bisognerebbe parlare poco, perchè, in teoria, dovrebbero parlare loro. Anticipo gli scenari pieni di erba, fiori, sole, pozzanghere, cieli, automobili, nuvole, treni, che continuano a rincorrersi negli occhi quando passo attraverso le stagioni e la vita con la testa piena di attualità del mio personale o della dimensione collettiva. Di umanità: la mia e quella di chi incontro. E la vita, che vuole raccontarsi, cerca di farlo. Lo fa con i mezzi che ha. Penso che ci sia molta bellezza attorno e va guardata, mentre da molte bruttezze si potrebbe magari guarire.
Questo mio lavoro è stato completato con grande maestria da quello di due artiste visive delle quali ho grande stima.
Beatrice Fontana ha deciso tutto della copertina, cominciando dalla suggestione del titolo, espandendola e sintetizzandola in un'immagine che trovo emblematica. Trovo che esprima con una emotività immediata uno stato vero e profondo che lei conosce di me. E' una ritrattista, che usi il pennello o gli strumenti della grafica, va in cerca dell'anima. Grazie quindi a Beatrice e a Cliccalinca.it per copertina e composizione grafica!
Patrizia Caravaggio è una fotografa sensibilissima e capace, che sta avendo un meritatissimo riconoscimento a livello internazionale. Mi ha fatto una foto mentre stavo cantando e mi è piaciuta molto. L'ho ringraziata dello scatto che mi ha regalato e lei mi ha risposto che conoscendomi di persona è stato facile. Grazie a Patrizia per la foto, è quella che si trova all'interno del booklet!
Va, va, va, va... I papaveri per strada, le case di campagna nella luce la tua voce mi ha seguito dal cuscino e il motore è il frullatore dei pensieri del mattino. Vorrei iniziare il gioco di darti un bacio per svegliarti ora che il sole è alto e il mondo è più vicino ma il motore è il frullatore dei pensieri del mattino. I pensieri del mattino... Nei pensieri del mattino è più facile guardare oltre lo specchio delle cose che volevi e adesso hai cogliere fiori in campi di pensieri splendono al sole che sembran quasi veri fiori nuovi su strade di ieri mentre che va, la vita va. Va, va, va, va... Fra papaveri per strada e case di campagna, nella luce la tua voce mi ha seguito dal cuscino e il motore è il frullatore dei pensieri del mattino. Il motore è il frullatore dei pensieri del mattino. Il motore è il frullatore dei pensieri del mattino. Va, va, va, va… e va.
A un’ora dall’aurora un’auto passa in strada è tarlo che divora i miei pensieri da caffè o una zanzara che ce l’ha con me. Supermarket chiusi e bar, non si muove la città. Ma chi guida questa volta? Un’insegna non è un faro, non si sa chi tradirà. Sono luci nella notte è un ritorno ad ossa rotte le stelle fiacche del mattino la testa contro al finestrino. Luci nella notte luci nella notte luci nella notte. Stelle che fra un po’ è mattino testa contro al finestrino. E i suoi soldati son disperati in cerca di ventura l’onore è una Mercedes: concede, finché dura. Va più forte che l’amore. Sono scie colorate, Honde prese a rate, schiuma sullo sfondo nero. La notte è un buon caffè lasciato mezz’amaro, fiato bruciato sul paradiso avaro di un giorno strano illuminato da un sorriso raro. Dico: “Guarda, sono luci nella notte luci nella notte luci nella notte, stelle che fra un po’ è mattino”. Testa contro al finestrino. E i suoi soldati son disperati in cerca di avventura l’amore è la mercede: che bello finchè dura! Ma lo sai, com’è l’amore...
Stava sul fiume intento a pescare diceva che il fiume fosse suo invece era lui, lui era l'uomo del fiume con la sua certezza letta negli occhi di un pesce un giorno lontano. La sua casa, il rifugio di gatti trovati di cose sgualcite, voci sparite, parole rimaste tra i muri. Un bicchiere, un pensiero, come l'acqua sta al cielo come un pesce dentro al fiume fermo come un'amnesia mentre tutto corre, corre, scorre via. Una sera, a primavera, la stessa brezza leggera portava un suono lontano lontano, e così... quella sera di primavera che si misero a ballare, cominciarono a ballare stretti stretti cominciarono a ballare... Lui è sul fiume, è intento a pescare convinto che il fiume sia il suo non lo sa d'essere lui, invece, l'uomo del fiume che aspetta una certezza, ma la brezza in un attimo arriva e lui vola lontano.
Tra questi muri pitturati passano i minuti e poi gli anni muti. Vorrei qualcosa da fare. Qualcosa di più che appiccicare il naso al vetro la notte di Natale. La notte di Natale. E origliare nella stanza accanto l’arpeggio di un jazzista stanco che suona i miei pensieri. Questo è qualcosa da fare… E chiedermi se è più notte o più Natale… Non è mai notte nella mia testa vuota. E chissà chi mi aspetta? Chi nella notte nuota? M’hanno detto, tre case più in là c’è il mare, le onde, le barche, le luci lontane. Ma a me cosa importa?! Cosa mi importa?! Quante luci sono casa mia? Mentre, ingiallisce, pian piano, una fotografia.
Passò aprile che asciugò la pioggia sul suo viso così dice la fotografia. Gli occhi fissi sullo schermo, dietro al finestrino viaggia un quadro senza tempo nella luce a led. L’anno che hai portato a fare conti col passato non si ferma nella foto, se n’è andato. Le rotaie e la tua vita, uno scambio e una ferita e il treno ora ti porta via. A un giorno più lontano, a qualcosa di importante. … e come stai bene ora che non puoi farci niente, sempre più distante da una situazione che non dura una domenica. Sai che avevi una gran voglia di capire situazioni di trovare soluzioni, di cambiare. In una piazza di persone, in un cambio di stagione mentre ora vai lontano, e chi lo sa perché…? A tutta la gente hai detto “Vado al mare” tanto loro non san niente, c'era niente da spiegare. Lo sai già che la tua vita, non la fa l'ambientazione e ogni giorno avrai un nodo da slegare. E il giorno torna piano. C'è la pioggia al finestrino, fa il paesaggio più lontano. In te codici di antiche civiltà, occhi per guardare il mondo e forse ritornare là, fra amori folli, seccature e grandi idee.
Piove ed io porto il mio ombrello da solo. Scorro le vie della città che han conosciuto già la tua voce e i tuoi passi, domandandomi se seguirli o crederti, con troppe cose da chiederti. Ma lascia pur che ci si stia bagnando, che l’anima conosca il fango. Tanto, poi, quelle luci non siam noi né questi occhi abituati da una vita a cercare vie d’uscita nelle donne. Tanto, poi, non è mai lucida un’idea abbastanza per la vita che ci Bea di contatti fatti solo di dolcezza. Piove ed io, mentre non peso e non volo guardo il mondo, è una città allagata e mi innamoro di ciò che non va a fondo. È la vita che non si dà solo cercandoti, nemmeno scordandoti, nemmeno chiudendosi in casa, neanche solo girando. Tanto, poi, quelle luci non siam noi né questi occhi abituati da una vita a cercare vie d’uscita nelle donne. Tanto, poi, non è mai lucida un’idea abbastanza per la vita che ci Bea di contatti fatti solo di dolcezza.
Fine registrazione: 8 gennaio 2020.
Pubblicazione: 29 gennaio 2020.